Atlante dei cavi, geografia di potere

“Quello che oggi conta non è solo chi possiede i dati, ma chi controlla le strade lungo cui viaggiano.”

— Anonimo, settore telecomunicazioni sottomarine

Non ci sono navi da guerra, ma navi posacavi. Non ci sono satelliti nello spazio, ma cavi sotto il mare. Eppure si combatte una guerra, ed è una delle più decisive del nostro tempo: quella per il controllo dell’infrastruttura digitale che collega il mondo.

Quasi nessun giornale italiano lo racconta, ma lungo le coste dell’Africa occidentale si sta costruendo un nuovo sistema nervoso globale. Google ha completato il cavo sottomarino Equiano, che parte da Lisbona e arriva fino a Città del Capo, passando per Nigeria, Togo, Ghana e Namibia. Meta, con un consorzio di operatori, sta lavorando al più lungo cavo sottomarino mai posato: si chiama 2Africa, farà il giro dell’intero continente e collegherà oltre 30 Paesi. Anche la Cina si sta muovendo, con progetti alternativi o paralleli, spesso più silenziosi ma non meno ambiziosi.

L’Africa, raccontata per decenni come un territorio ai margini della globalizzazione, sta diventando un nodo centrale della nuova geografia dei dati. Perché la rete – quella vera – passa sott’acqua. Oggi, oltre il 97% del traffico globale di internet viaggia attraverso cavi sottomarini. Le rotte cambiano, e con esse cambiano le alleanze, le vulnerabilità, le opportunità.

Dietro la tecnica si muove la strategia. Il Portogallo, porta atlantica d’Europa, è diventato un hub silenzioso per le big tech, proprio perché da lì partono i cavi verso l’emisfero Sud. Lagos è già la capitale tecnologica del continente, con un mercato digitale in crescita a doppia cifra e startup che attraggono investimenti miliardari. Dakar si propone come snodo culturale e logistico per la francofonia digitale. Cape Town si attrezza per diventare un centro di calcolo e cloud.

È un’Europa distratta quella che osserva tutto questo dal suo ombelico. Per anni si è pensato all’Africa solo come fonte di migrazioni e aiuto umanitario. Ora, le vere risorse sono invisibili: larghezza di banda, intelligenza artificiale, logistica di dati, digitalizzazione dei servizi pubblici. L’Africa, con la sua giovane età media e la sua fame di accesso, è il campo di prova perfetto per l’applicazione dell’IA alla sanità, all’istruzione, alla giustizia.

Il controllo dei cavi significa controllo delle informazioni. Dove arrivano i cavi, arrivano anche le regole, le alleanze, i flussi di investimento. Ecco perché gli Stati Uniti vogliono evitare che la Cina arrivi a dominare anche in questo campo. Ecco perché l’Europa, se vuole restare rilevante, non può più permettersi di ignorare quello che succede a sud di Lisbona.

Non è solo una questione tecnologica. È una questione geopolitica. E, come sempre, la geopolitica comincia dove gli altri non guardano.

  • Google. (2022). Equiano Cable: Connecting Africa and Europe. https://cloud.google.com/blog/products/infrastructure/equiano-subsea-cable-completed
  • Meta. (2023). 2Africa Subsea Cable Project. https://engineering.fb.com/2023/03/27/connectivity/2africa/
  • International Telecommunication Union. (2023). The Role of Submarine Cables in the Digital Economy. https://www.itu.int
  • Cable.co.uk. (2024). Submarine Cable Map and Data. https://www.cable.co.uk/cables
  • Financial Times. (2023, November). Africa’s New Digital Superhighways.
  • Quartz Africa. (2022). Why Big Tech Is B